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DAVIDE E GOLIA |
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con Luigi Leonardi, Fulvia Patrizia Olivieri, Giovanna Lacedra, Enrico Pietrangeli Musiche IMOK, Fabio Mariani Grazie a: MACRO ASILO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Università di Rostock, Andrea Zittlau, Xtralab del prof. Rino Squillante ed i suoi studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli See/Me di New York, Art Performing Festival di Napoli a cura di Gianni Nappa Una produzione Human Installations Durante l’azione il Davide contemporaneo Luigi Leonardi, un vero testimone di giustizia ed imprenditore che si è ribellato agli aguzzini che gli chiedevano il pizzo ha raccontato la sua storia per poi distruggere un gigantesco parallelepipedo-scultura nero (il Golia, simbolo dell’anti-Stato) costruito da Kyrahm e dalla sua squadra di tecnici in una delle sale del museo. L’opera ha preso vita per la prima volta nella versione dal vivo al Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Dall’apertura dell’enorme scultura squarciata, una luce accecante ha illuminato le persone presenti e la bilancia della giustizia: il Golia di Kyrahm è stato donato al MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Roma come “Arco di Trionfo per chi lotta contro le mafie”. Parte del progetto anche la performance “La Madre”, una dedica dell’artista alla madre di Peppino Impastato e l’azione “Radio Aut” con Enrico Pietrangeli nei panni del giornalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1978. Dal 12 al 30 marzo 2019 ho abitato al MACRO Asilo per una idea che aveva (ed ha ancora) l’intenzione di dare voce a chi sta lottando contro le mafie. Il mio nome d’arte è Kyrahm e mi occupo di Performance Art e Cinema da quasi 20 anni (ne ho 39) e con il progetto Human Installations, creato insieme a Julia Pietrangeli, affrontiamo spesso argomenti di tipo sociale come migrazioni, carcere, diritti umani, violenza contro le donne. Entrai in connessione con Luigi Leonardi attraverso i social, la sua storia fatta di coraggio e dignità rimbalzava sul web: un uomo che aveva detto “no” alla camorra e per questo viveva con i guardaspalle, un imprenditore che, strozzato dal pizzo, aveva deciso di opporsi alla criminalità organizzata e di affidarsi alla giustizia ed alla legalità. Mi colpì il suo sorriso nonostante tutto, il suo desiderio di far conoscere la sua esperienza alle giovani generazioni, la sua lotta quotidiana contro cavilli burocratici di uno Stato non sempre presente. Dopo diversi mesi fatti di scambi virtuali, decidemmo di incontrarci in una piazza di Roma. Parlammo tutto il pomeriggio del progetto: una performance con lui protagonista, dove avrebbe raccontato la sua storia e distrutto il muro di omertà e silenzio che impedisce al mondo di afferrare la bilancia della Giustizia. Autore del libro “La Paura non perdona, una vita sotto scorta tra Stato e camorra”, Luigi in quel giorno di giugno con me al Pantheon non era solo: avevo individuato poco distante da noi due uomini armati che ci osservavano vigili perché le sue scelte fatte di rettitudine e verità l’avevano condannato ad “un serio ed imminente pericolo di vita” come dichiarato dalle carte degli innumerevoli processi a cui sta prendendo parte da tanti anni e che hanno portato all’arresto di almeno 80 persone legate alla malavita. Non sarebbe stato semplice presentare un lavoro come questo: sia per le responsabilità ad esso annesse che per la tematica considerata dalla maggior parte degli addetti ai lavori “scomoda”. Nel corso dei mesi intervistai altri Testimoni di Giustizia tra Sicilia, Calabria e Campania tra cui Davide Ventura, un giovane imprenditore siciliano con una storia simile a quella di Leonardi. Nel corso dei mesi mi scrissero molte persone che avevano deciso di denunciare, desiderose di raccontarmi la loro vicenda: non solo per una intervista (oltre che artista sono anche giornalista), ma anche solo per parlare, sfogarsi, non sentirsi soli. Una delle costanti che ho spesso ritrovato è la paura di non farcela, in alcuni casi queste persone si sono sentite letteralmente abbandonate dallo Stato. Molti di loro hanno deciso di nascondersi, scomparire per il terrore di essere scovati dalla mafia, mentre Luigi ha scelto la strada della visibilità, dell’esposizione mediatica e pubblica fatta anche di incontri con le scuole, dibattiti, partecipazione agli eventi. Seguii Leonardi anche in occasione dello sciopero della fame che intraprese sotto il Viminale a novembre. Filmati che sono stati proiettati al “MACRO Asilo” durante i giorni di preparazione ed il pubblico ha potuto conoscere uno spaccato esistenziale di questi “angeli della legalità”. |